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Più "green" il lavoro lombardo – TIA nel Comitato promotore per lo sviluppo dell'intera filiera

Al via a Milano il comitato promotore del Green economy network. Promosso da Assolombarda, il progetto si rivolge a circa 400 imprese che nella provincia di Milano sono legate alla green economy con un fatturato superiore ai 50 miliardi e oltre 25 mila addetti. Obiettivo del network è l'elaborazione di una strategia di sistema per aiutare le imprese a esprimere pienamente le loro potenzialità.

Stefano Dubini, Ad di Tecnologie industriali & ambientali, è tra i 10 soci fondatori insieme a Roberto Barbieri, Ad Osram, Riccardo Bellato, presidente Nitrolchimica, Fabio Benasso, Ad Accenture Italia, Alberto Cervi, amministratore unico AA Envitech, Federico Golla, Ad Siemens Italia, Gian Francesco Imperiali, presidente Abb, Mario Mascolo, presidente e Ad 3M Italia, Marco Schiavio, consigliere delegato Passavant Impianti e Giuliano Zuccoli, presidente A2A.

In pratica Assolombarda ha censito e mappato le imprese dell'area milanese che operano nei diversi comparti della green economy. Dai dati è emerso che il territorio milanese è un contesto di assoluto rilievo per quanto riguarda le competenze energetiche e ambientali con imprese che operano nelle filiere della green economy: aria, acqua, suolo e bonifiche, rifiuti, rumore esterno, prodotti ecocompatibili, energia da fonti rinnovabili, efficienza energetica, mobilità sostenibile.
Lo studio, condotto in collaborazione con lo Iefe (Istituto di Economia delle Fonti di energia e dell'Ambiente) dell'Università Bocconi, ha inoltre evidenziato le potenzialità di Milano di qualificarsi come capitale di un Green Economy Network di rilevanza internazionale, non solo per il numero e la rilevanza delle imprese che vi operano, ma anche per la presenza di un fitto tessuto di istituzioni economiche e finanziarie, centri di ricerca, laboratori, università, associazioni, fondazioni bancarie che costituisce un patrimonio di risorse unico a livello nazionale e tra i più rilevanti in ambito internazionale.
In particolare il Comitato potrà promuovere la nascita di alleanze tra imprese, tramite: lo sviluppo di progetti industriali congiunti di crescita, innovazione, internazionalizzazione; la condivisione di esperienze, know how, scenari e prospettive; la creazione di percorsi di formazione specifici per il personale delle imprese coinvolte. Inoltre, si impegnerà per promuovere il posizionamento e il riconoscimento del Green economy network, al fine di: acquisire visibilità e accreditamento verso gli enti pubblici, in particolare regione Lombardia e Camere di commercio; proporsi come punto di riferimento per gli operatori economici del settore coinvolti in Expo 2015 e per le delegazioni straniere in visita in Lombardia; favorire la competitività internazionale e il potenziale di offerta delle imprese aderenti; attrarre investimenti sul territorio nei campi specifici dell'ambiente e dell'energia.

Stefano Dubini, amministratore delegato e socio della TIA – Tecnologie industriali e ambientali di Milano, ha idee molto precise su cosa può aspettarsi dalla nascita del "green network" tra le aziende milanesi che operano in attività ecosostenibili.
«Primo: creare una filiera significa porre i presupposti per aggregare realtà come la nostra che potranno così partecipare più facilmente alle gare per grandi progetti all'estero. Significa avere più credibilità e soprattutto poter condividere gli investimenti necessari per realizzare processi di internazionalizzazione».
Secondo: «Il network di imprese offre la possibilità di unire le forze anche per un altro punto debole delle imprese italiane: gli investimenti in ricerca e sviluppo».
Infine, l'Expo. «È un'occasione favolosa per le società del territorio che devono prepararsi su questi temi. Noi abbiamo presentato un progetto innovativo di serre tecnologiche con produzione di energia da biomasse e fotovoltaico integrato. C'è un protocollo di sperimentazione con l'università di Milano sulle colture. Anche altri si stanno muovendo».
La TIA ha 150 dipendenti, effettua bonifiche ambientali sul terreno e da amianto, per un fatturato di circa 18 milioni di euro.
Quando parla di "aggregazioni" Dubini non considera un tabù l'ipotesi di merger con altre aziende.
«All'estero, soprattutto in Francia, è normale per noi lavorare insieme ad altri. È molto importante abituarsi a mettere insieme le forze con altri imprenditori. Perciò – conclude – l'ipotesi che dall'iniziativa avviata da Assolombarda possano nascere nuove società, di dimensioni più grandi, è un'evoluzione non solo naturale ma anche molto interessante».


È stato realizzato, infine, un Repertorio online, visibile al link www.greeneconomynetwork.it, per dare spazio e visibilità alle aziende che già operano nella green economy. Si tratta di uno strumento, costantemente aggiornato, che servirà a chi opera in questi settori per farsi conoscere dal mercato e per trovare partner di business, ma anche a chi cerca prodotti, tecnologie e servizi ambientali ed energetici.

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Green Economy Network

 

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