Con il nuovo Bando Isi, l'Inail mette a disposizione 267.427.404 euro di finanziamenti a fondo perduto per la realizzazione di progetti di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. La bonifica di materiali contenenti amianto è tra i progetti ammessi al contributo. I finanziamenti vengono assegnati fino a esaurimento, secondo l’ordine cronologico di arrivo delle domande. Il contributo, pari al 65% dell’investimento, per un massimo di 130.000 euro, viene erogato dopo la verifica tecnico-amministrativa e la realizzazione del progetto.

Prima fase: inserimento online del progetto

Dal 3 marzo 2015 e fino alle ore 18.00 del 7 maggio 2015, le imprese registrate al sito Inail hanno a disposizione un’applicazione informatica per la compilazione della domanda, che consentirà di:

  • effettuare simulazioni relative al progetto da presentare, verificando il raggiungimento del punteggio “soglia” di ammissibilità
  • salvare la domanda inserita.

Seconda fase: inserimento del codice identificativo

Dal 12 maggio 2015 le imprese che hanno raggiunto la soglia minima di ammissibilità e salvato la domanda possono accedere nuovamente alla procedura informatica ed effettuare il download del proprio codice identificativo che le individua in maniera univoca. Terza fase: invio del codice identificativo (click-day)

Le imprese possono inviare attraverso lo sportello informatico la domanda di ammissione al contributo, utilizzando il codice identificativo attribuito alla propria domanda, ottenuto mediante la procedura di download. La data e gli orari di apertura e chiusura dello sportello informatico per l’invio delle domande saranno pubblicati sul sito Inail a partire dal 3 giugno 2015. Progetti ammessi a contributo

  • Sono ammessi a contributo progetti ricadenti in una delle seguenti tipologie: progetti di investimento (es. bonifica luoghi di lavoro da materiali contenenti amianto – installazione, modifica o adeguamento di impianti elettrici, antincendio, aspirazione e ventilazione – acquisto di nuove macchine – ristrutturazione o modifica degli ambienti di lavoro – eliminazione e/o riduzione del rischio legato a movimentazione manuale di carichi, rischio chimico, rumore, vibrazioni meccaniche, etc.);
  • progetti di responsabilità sociale (es. adozione di un sistema di responsabilità sociale certificato SA 8000) e per l’adozione di modelli organizzativi (es. adozione di sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro/SGSL).

Per un estratto del bando, clicca qui

Refit è la rete d'impresa per il recupero e la valorizzazione di aree inquinate principalmente tramite Phytoremediation. Lo studio di pre-fattibilità di un intervento di Phytoremediation recentemente eseguito per conto di una multinazionale italiana, e qui brevemente illustrato, è un esempio di approccio al tema del recupero di aree dismesse di scarso interesse immobiliare, con tecniche di basso impatto ambientale ed a costi contenuti, per la valorizzazione del paesaggio e la condivisione da parte dell'opinione pubblica.

Inquadramento In considerazione di una possibile cessione del sito ad un comune della provincia di Milano, e per una sua conversione ad uso verde, è stato sviluppato uno studio per la valutazione in via preliminare dell’applicabilità di una bonifica mediante Phytoremediation e della sua convenienza in termini economici rispetto a tecniche tradizionali ed alternative. La Phytoremediation è una tecnologia di bonifica che consiste nella rimozione di inquinanti dalla matrice terreno sfruttando l’impiego di essenze vegetali, ossia piante, alberi o arbusti. I possibili meccanismi attraverso i quali agisce sono:

  • Fitoestrazione: semplice estrazione e accumulo dell’inquinante nell’essenza vegetale;
  • Fitodegradazione/Rizodegradazione: vera e propria degradazione dell’inquinante ad opera dell’essenza vegetale o microrganismi ad essa connessi.

Dal momento che i due processi agiscono secondo meccanismi differenti, essi sono applicati nei confronti di tipologie di inquinanti differenti:

  • essenzialmente inquinanti inorganici quali i metalli, nel caso della fitoestrazione;
  • principalmente contaminanti organici, nel caso della fitodegradazione / rizodegradazione.

Tralasciando gli aspetti tecnici contenuti nello studio, ci soffermiamo sulle conclusioni che hanno portato ad indicare l'intervento di Phytoremediation come la migliore soluzione di bonifica per questo caso specifico.

Il sito ha una superficie di 9.700 mq., in parte asfaltato ed in parte con copertura vegetale. Le Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC), definite dal D.Lgs. 152/06, che sono state prese come riferimento per il sito in esame, sono quelle previste per un uso di tipo verde / residenziale. Tutti i sondaggi, fatta eccezione per uno, presentano superamenti delle CSC di riferimento. I superamenti delle CSC per uso verde / residenziale sono stati rilevati nei terreni superficiali (entro 1 m di profondità), con la sola eccezione di un sondaggio, ove sono stati rilevati superamenti anche nel campione più profondo, prelevato nell’intervallo di profondità 1,3-1,6 da p.c.. Sulla base dello stato qualitativo delineato dalle attività di indagine, i terreni del sito risultano potenzialmente contaminati a causa della presenza di concentrazioni di Arsenico, Cadmio, Zinco, Idrocarburi C>12 e IPA superiori alle rispettive CSC. Per quanto concerne le informazioni litostratigrafiche locali, l’indagine precedente ha consentito di rilevare la presenza di materiali generalmente ghiaioso – sabbioso nei livelli più superficiali, passando a tessiture principalmente limose (limoso – sabbiose / limoso – argillose) a profondità superiori a 1 m da p.c. Motivazioni

La Phytoremediation può essere una valida alternativa alla bonifica tradizionale con scavo e allontanamento in discarica del materiale. Infatti le caratteristiche di inquinanti presenti, se non per un particolare nucleo con contaminazione da IPA, sono sostanze che vengono da tempo trattate con Phytoremediation con buoni risultati.

  • In sintesi la tipologia di inquinanti presente nell’area, ossia principalmente Idrocarburi C>12 e metalli pesanti, la concentrazione con la quale sono presenti, la scarsa profondità della contaminazione e la scarsa presenza di argilla sono i fattori che ne rendono favorevole l’applicazione.
  • Il basso impatto ambientale è un aspetto che rende attraente l’impiego della Phytoremediation. Se confrontata con la bonifica tradizionale che prevede scavi, movimenti terra e conferimento rifiuti a discarica, quest'attività si distingue per una quasi totale assenza di movimentazione dei materiali e nessun disagio per la popolazione, che anzi apprezzano e condividono la scelta "green".
  • Anche se i tempi della bonifica saranno più lunghi per restituire l’area ad un futuro utilizzo, in questo specifico caso si è accertata la possibilità di un’eventuale fruizione dell’area prima del completamento della bonifica, sulla base di uno specifico studio del rischio sanitario per gli utilizzatori futuri, in funzione della contaminazione presente nei terreni del Sito.
  • Messa a confronto sotto l’aspetto economico con le soluzioni tradizionali di bonifica in alternativa applicabili, la Phytoremediation è assolutamente vincente. I risparmi ottenibili sono considerevoli, in una forchetta compresa mediamente tra il 30 e l'80% a seconda dei casi. In questo, in particolare, il costo risulta inferiore del 40% circa rispetto a scavo e smaltimento, senza considerare che l'area sarebbe praticamente risistemata a verde, con criteri di architettura paesaggistica che cosituiscono il servizio integrato nella proposta Refit.

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Nata lo scorso anno dalla collaborazione tra TIA e Montana, società di ingegneria che si occupa di progettazione, consulenza e contracting nel campo ambientale ed energetico, AmbientEnergia do Brasil è una società brasiliana che offre servizi avanzati di ingegneria ambientale e contracting nel promettente mercato brasiliano. Il quartier generale è a San Paolo dove sono numerose le iniziative industriali di matrice europea ed americana nate nel novecento. Il Brasile ha oggi una normativa difforme nei vari stati che costituiscono la repubblica federale, ma è in una fase di grande trasformazione sui temi green e ambientali, come testimonia la crescente sensibilità alle energie rinnovabili e all'amianto (clicca qui per leggere l'articolo sulla condanna ad indennizzi ad ex lavoratori per esposizione all'amianto).

AEdoBrasil, come più semplicemente viene chiamata, può contare sull’esperienza delle due aziende madri, maturata in più di 2 mila progetti ed interventi realizzati nel mondo per clienti italiani e internazionali. La clientela a cui si rivolge è costituita principalmente da società multinazionali che hanno una policy ambientale internazionale per garantire ai propri dipendenti una qualità ambientale standard indipendentemente dal paese in cui sono ubicati gli uffici e gli stabilimenti.

La complementarietà dei due partner, unita alla vincente sinergia tra engineering e contracting, permette a AEdoBrasil di offrire una gamma completa di servizi di matrice green quali, nel settore ambientale, le bonifiche d'amianto, lo smaltimento dei rifiuti, le due diligence ambientali, e, nel settore energie rinnovabili, l'efficienza energetica, la progettazione e la realizzazione di impianti fotovoltaici e di cogenerazione.

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Il 2015, anno del passaggio alla fase operativa, si è aperto invece con il primo lavoro di bonifica di materiale contenente amianto in matrice debolmente agglomerata per il quale la normativa locale prevede una metodologia di bonifica simile a quella del nostro paese, con l'utilizzo di confinamenti, unità di decontaminazione e personale specializzato.

Più tollerante nel caso di rimozione dell'eternit (la quale ancora oggi in molti casi non è di pertinenza esclusiva di società specializzate), la Svizzera ha invece leggi severe sulla bonifica di amianto friabile come per esempio l'amianto spruzzato, i materiali isolanti, l'amianto sotto forma di corde, cartoni, pannelli leggeri e rivestimenti per pavimenti. E molte delle costruzioni anteriori agli anni 80 hanno la necessità, in fase di riqualificazione, di venire bonificate da questi e da altri materiali cancerogeni come il PCB o il piombo.

Trent'anni di bonifiche in Italia e in Francia di immobili civili e stabilimenti industriali, mezzi di trasporto ed aree dismesse, ci rendono fiduciosi di affrontare questo nuovo e complesso mercato, dove si stanno stringendo le maglie della normativa a vantaggio della professionalità e della qualità del servizio. E questo ci fa piacere e ci stimola: dotati di una struttura tecnica altamente specializzata, siamo in grado di gestire i più complessi interventi dove si richiede grande esperienza, efficienza operativa e costi contenuti.

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La nostra storia

Il gruppo Ti&a nasce nel dopoguerra e si sviluppa sino a diventare negli anni 90 leader in Italia nelle bonifiche da amianto.

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