STRIP-OUT e DECOMMISSIONING di Immobili ed Impianti

Sono in corso di svolgimento i lavori di bonifica di una vasta area dismessa in zona Milano Rubattino che per anni è stato lo stabilimento produttivo di un importante casa automobilistica italiana.

Il sito era già stato oggetto di una prima parziale bonifica che aveva interessato le coperture. In questa fase, oggetto di intervento sono stati diversi materiali contenenti amianto e specificatamente:

  • Coibentazioni di tubazioni e serbatoio della centrale termica
  • Coibentazioni di tubazioni presenti nei cunicoli ed in vari edifici
  • Guarnizioni di accoppiamenti flangiati
  • Guaine sulle coperture di vari edifici
  • Lastre in cemento amianto

Sono stati allo scopo realizzati 7 cantieri per bonificare tutti i materiali suddetti.

Trattandosi principalmente di amianto friabile, sono state predisposte alcune aree con confinamento statico dinamico.

In un cantiere si è intervenuti con la tecnica del glove bag per il sezionamento delle tubazioni.

Questi lavori dureranno oltre 3 mesi. Si tratta una prima fase di interventi a cui seguiranno altre fasi sino a completamento. L'area sarà poi demolita e oggetto di riqualificazione.




In una raffineria di Napoli la nostra società ha effettuato un intervento di bonifica del terreno in un'area dove si sono rinvenuti frammenti di amianto.
Le operazioni si sono svolte con due modalità differenti: bonifica in area libera e bonifica con tendostruttura.
Le Attività Propedeutiche sono state:

a) Definizione del bianco ambientale ante operam:

Monitoraggio della qualità dell’aria, ricercando composti organici volatili, idrocarburi, polveri sottili, fibre di amianto aerodisperse, rilievo fonometrico

b) Predisposizione del cantiere

c) Rilievo topografico e materializzazione delle aree di scavo

d) Indagine geodiagnostica per la ricerca di ordigni bellici fino ad una profondità di mt. 1 e per individuazione di sottoservizi.

e) Rimozione pavimentazione, nonché eventuali demolizioni di basamenti e canaline superficiali in calcestruzzo per mezzo di escavatore con benna rovescia e martellone.

f) Predisposizione di un’Unità di Decontaminazione con accesso allo spogliatoio
 

Scavo del Terreno

a. Campionamento del terreno in banco mediante esecuzione di saggi con escavatore per esecuzione di analisi di caratterizzazione del rifiuto e omologa

b. Incapsulamento del terreno con pompa a bassa pressione

c. Scavo del terreno misto a frammenti di cemento amianto, effettuato tramite escavatore di 50 q.li dotato di benna rovescia, fino ad una profondità di mt. 1 o 1,5 a seconda dei punti

d. Inserimento del terreno in big bag, precedentemente predisposti su apposite ceste per renderne più facile il riempimento.

e. In corrispondenza delle zone di scavo, l’area è stata umidificata mediante dispersione di acqua nebulizzata, a tutela dei lavoratori e degli ambienti di vita limitrofi.

 

Collaudo di fondo scavo e pareti

A conclusione delle attività di scavo di ogni singola maglia del terreno contenente MCA, si è provveduto a collaudare gli scavi mediante verifica visiva dell’assenza lungo le pareti e i fondi scavo di frammenti di MCA.

 

Creazione di Tendostruttura

Poiché durante le indagini in corrispondenza dell’areale S35 è stata riscontrata una concentrazione di amianto pari a 2700 mg/kg, per lo scavo e la fase di insaccamento di tale areale, si sono adottate delle ulteriori salvaguardie: lo scavo è stato effettuato al di sotto di una tendostruttura opportunamente protetta e confinata con teli in politene, nella quale sono installati degli estrattori d’aria per garantire un ricambio d’aria agli operatori.

L’accesso e l’uscita dalla tendostruttura avviene mediante UDP per il personale e attraverso UDM per i big bags. I mezzi operativi che opererano all’interno sono oggetto di aspirazione e pulizia ad umido prima della loro uscita, una volta terminati gli scavi.

 

 

 

La nostra società sta per concludere la seconda fase di un lavoro importante di riqualificazione su più edifici posizionati all’interno di un tessuto residenziale complesso. Ex fabbrica e di proprietà del Politecnico di Milano, l’area interessata di 5.000 mq. si trova in una zona centrale di Milano. Sviluppa 15.000 mq. coperti.

La prima fase è stata dedicata allo strip out e bonifica da materiali contenenti amianto e fibre artificiali vetrose. La seconda fase ha invece riguardato i lavori di bonifica del terreno in alcuni punti inquinati e successivamente la demolizione dei quattro edifici facenti parte del progetto. TIA è stata scelta come general contractor di tutte le opere di bonifica e di demolizione avvalendosi di aziende partner specializzate.

In un precedente articolo abbiamo descritto le prime attività di bonifica e strip out.

Le demolizioni delle strutture presentavano complessità per le quali si è dovuta organizzare una pianificazione precisa e scrupolosa delle fasi di lavorazione seguendo pedissequamente il cronoprogramma stabilito. Parte degli edifici da demolire erano infatti a ridosso di altri immobili abitati.

Prima di eseguire la bonifica del terreno sono stati messi in sicurezza gli edifici circostanti provvedendo ad installare una serie di palificazioni lungo il perimetro del cortile interno che confinava con altre abitazioni. Una cinquantina di pali sono stati così collocati ad una profondità media di 20 metri.

Una volta messa in sicurezza l’area, si sono eseguiti gli scavi per la bonifica del terreno che hanno raggiunto 6 metri di profondità. Successivamente sono stati analizzati i terreni e solo una volta arrivati i risultati delle analisi è stato possibile procedere alla fase successiva, quella delle demolizioni.

Dovendo abbattere alcune porzioni degli edifici a contatto con immobili abitati si sono adottate, a seconda della situazione, le due tecniche di decostruzione e demolizione.

Le prime lavorazioni sono iniziate con la tecnica della decostruzione. Partendo dal piano più alto di ogni porzione di edificio da demolire, che si trovava in adiacenza ad un fabbricato occupato e da non demolire, si è puntellato il piano sottostante mettendo in sicurezza ogni volta il piano in lavorazione. Sono stati posizionati degli orsogrill come barriere di protezione ad ogni piano. E' stato collocato un mini escavatore che ha iniziato a decostruire tutto quello che c’era tra l’edificio adiacente e la prima campata dell’edificio da demolire. Questa modalità di lavorazione si è ripetuta per tutti i piani sottostanti. Questa sequenza di lavorazione ha permesso di dividere l’edificio da demolire da quello adiacente abitato. In questo modo il distacco creatosi ha permesso di proseguire in totale sicurezza la demolizione degli edifici interessati. A questo punto si è iniziato a demolire gli edifici dall’alto in senso verticale.

Durante la demolizione sono state utilizzate tecniche per l'abbattimento delle polveri utilizzando cannon-fog e idranti. Come visibile nelle foto, è stato usato un pannello speciale di protezione a copertura dell'intera facciata dell'edificio laddove la demolizione procedeva su edifici fronte strada. Questo pannello, che veniva spostato di volta in volta durante le fasi di avanzamento dei lavori, ha permesso di contenere la polvere e l’eventuale schizzo di detriti.

Demoliti gli edifici si è proceduto con la frantumazione delle macerie e la successiva suddivisione tra cemento armato e ferro per poi inviare i rifiuti ai siti di smaltimento e recupero.

 


 

Prevede un' importante iniziativa di Housing Sociale, con la realizzazione di 400 appartamenti e di una residenza universitaria, il progetto di riqualificazione dello scalo Greco Pirelli, risultato tra i vincitori del primo bando di Reinventing Cities, indetto dal Comune nel 2017 insieme a C40, gruppo internazionale composto da 96 città contro il cambiamento climatico e a favore della sostenibilità ambientale. Nel 2020 è stato lanciato un secondo bando, ora alle battute finali, incentrato su altri 7 siti da rigenerare, alcuni dei quali importanti snodi ferroviari di Milano ora dismessi e degradati.

Tra le opere propedeutiche alla riqualificazione dello scalo Greco Pirelli, la nostra società si è aggiudicata i lavori di disarmo ferroviario previsti.

Si tratta di una serie di lavori di natura decostruttiva e ambientale che comprendono principalmente :

  • sfalcio del verde
  • rimozione della pavimentazione in asfalto/calcestruzzo;
  • rimozione dei binari e relativi sistemi di fissaggio/deviatori
  • rimozione delle traversine ferroviarie
  • rimozione del pietrisco ferroviario (ballast)
  • rimozione di pali di illuminazione o trazione, e relativi plinti di fondazione
  • rimozione di ogni ulteriore trovante o rifiuto rinvenuto sull’Area o nello strato superficiale di suolo nell’ambito dell’esecuzione delle Opere
  • trasporto e smaltimento/recupero dei rifiuti prodotti presso centri autorizzati

Lo sfalcio del verde e la scarifica del manto stradale per circa 10 cm sono stati i lavori propedeutici ai lavori di bonifica del pietrisco. Sono stati eseguiti con particolare accortezza per evitare di entrare in contatto col ballast sottostante in gran parte di tipologia pericolosa.

Rimosso l'asfalto superficiale si è provveduto ad un campionamento del pietrisco, a campioni rappresentativi, per determinarne la concentrazione di amianto e l'indice di rilascio.

In funzione dei risultati analitici sono stati determinati i codici CER e le modalità di rimozione, a seconda si trattasse di materiale pericoloso o non.

Successivamente si è intervenuto con operatori inscritti in cat. 10 alla rimozione dei binari ferroviari. La rimozione è stata effettuata mediante il taglio a fiamma ad una lunghezza di Mt. 7,00 circa; successivamente sono stati sollevati con un escavatore munito di pinza, e poi sganciati dalle traversine. Una volta separati, i binari sono stati caricati su container per il successivo avvio a impianto di recupero. Le traversine sia in legno che in calcestruzzo armato precompresso sono state dapprima lavate in loco e accumulate all’interno dei container scarrabili per il successivo smaltimento.

Posizionati in aree strategiche della città, gli scali ferroviari milanesi dismessi, tra cui Greco Pirelli, sono al centro di un accordo di programma tra Regione, Comune e FS che punta alla loro rigenerazione ambientale ed al rilancio economico del contesto in cui sono ubicati. Oltre a Greco, Farini, San Cristoforo, Porta Romana, Porta Genova, Rogoredo e Lambrate svilupperanno nei prossimi anni progetti di grandi ambizioni dando nuova vita ad aree della città dimenticate da tempo.

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Die in der Nachkriegszeit gegründete Gruppe TI&A wurde in den Neunzigern zum italienischen Marktführer im Bereich Asbestsanierungen.

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